venerdì 12 settembre 2014

Inbound e Outbound Marketing. Tu per chi stai tifando?

Inbound e Outbound Marketing
© viverdeblog.com

Come è facilmente immaginabile, l'avvento del Web ha fortemente stravolto il concetto di pubblicità nel corso degli anni. Un'azienda che era abituata a pianificare i suoi investimenti in materiale pubblicitario cartaceo, piuttosto che in tv o in radio, oggi non può più fare a meno di ragionare escludendo dai suoi piani il mondo del web.
Si dice quindi che da un concetto di OUTBOUND Marketing, attraverso cui l'azienda lanciava dei messaggi andando a colpire il suo target in qualsiasi momento della giornata e all'interno delle proprie case facendogli porre l'attenzione su ciò che voleva comunicare, siamo passati a quello dell'INBOUND Marketing che fa l'esatto opposto, lanciando in rete dei contenuti di valore che possano incuriosire e interessare il cliente, portandolo a contattare l'azienda di sua iniziativa.


Ovviamente il salto è molto grande: prima andavamo a "rompere le scatole" alle persone affinché "accettassero il nostro invito" e ci ascoltassero, adesso sono i clienti e valutare quali tra le informazioni  che trovano su web gli sono più utili e a cercare l'azienda se la ritengono di loro interesse. Il risultato è quindi un pubblico targhettizzato, che è già di base interessato a ciò che l'azienda produce.
Oltre a questo c'è da sottolineare che nel mondo del web i costi sono nettamente inferiori, ed anche di fronte ad un confronto tra risultati e riscontri ottenuti l'inbound marketing vince di gran lunga.
L'outbound marketing quindi morirà? Non esisteranno più i volantini nei bar, le pubblicità alla radio o gli spot televisivi? Io non credo.. sono certa che il mondo del web sia un potente ed efficace strumento di comunicazione, ma al tempo stesso penso che i tradizionali strumenti utilizzati fino ad oggi, per quanto con costi elevati e per quanto invandenti (pensate alla pubblicità nel bel mezzo del vostro film preferito), abbiano comunque un impatto elevato e che una azienda che si rispetti non può non continuare a prevederli nella propria pianificazione pubblicitaria. Ricordiamoci anche che una buona fetta di pubblico oggi ancora non utilizza il web o non è iscritto ai social network, e sto parlando di bambini, di anziani e anche di tutti quei professionisti che non ne sentono necessità (come gli artigiani per esempio...).

E nel visual marketing? Quali differenze ci sono?
Se è vero che fare Visual Marketing significa fare marketing attraverso le immagini o tutto ciò che crea un messaggio visivo, va da sé che la differenza di base non sta nell'utilizzo del web o dei tradizionali sistemi pubblicitari. Il punto però sta in ciò che vogliamo comunicare e nel modo in cui lo facciamo. Per esempio, difficilmente un manifesto 6x3 m con all'interno una infografica verrà apprezzato da qualcuno, perché questo tipo di prodotto per sua natura nasce per lanciare un messaggio in maniera veloce e sintetica a chi passa da lì, quindi inserire un'immagine, per quanto accattivante, con troppe informazioni o elementi va a snaturare lo strumento di comunicazione scelto.
Allo stesso tempo però una pubblicità che vende in maniera diretta e "sfacciata" un prodotto, una volta pubblicata su web, difficilmente verrà considerata da qualcuno, perché il web ha come concetto di base la condivisione e l'informazione e nessuno degli utenti collegati ha voglia di vedersi comparire davanti un messaggio pubblicitario.
Un vero professionista di Visual Marketing e di Comunicazione sà quali strumenti utilizzare in base all'obiettivo da raggiungere e all'interno di una pianificazione pubblicitaria non andrà mai ad escludere nessuna delle vie percorribili.

E voi cosa ne pensate? Siete amanti del web o ancora tifate per il mondo pubblicitario tradizionale?
Largo ai commenti...

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