lunedì 15 settembre 2014

Rubrica del Lunedì. Dal piano al volume

Il piano è la superficie generata da una linea in movimento, lung una qualsiasi direzione. Il piano ha due dimensioni, lunghezza e larghezza, ma non ha uno spessore, e definisce il limite esterno di un volume.
Geometricamente parlando il piano è infinito, ma possiamo delinearlo attraverso linee di contorno, che generano così linee poligonali: triangoli, quadrati, cerchi....
Essendo bidimensionale il piano ha costretto gli artisti a inventare una serie di sistemi per poter rappresentarne la tridimensionalità, un esempio ne è la prospettiva.
Il volume invece possiede tre dimensioni: larghezza, lunghezza e profondità. Esso non è altro che una porzione di spazio tridimensionale.

Ogni volume solido ha una precisa collocazione nello spazio ed è a sua volta definito da linee, punti e superfici piane.
In campo artistico il volume è carattere proprio di scultura e architettura, mentre nelle grafiche bidimensionali (la pittura per esempio) la rappresentazione del volume è ovviamente illusoria.
Ogni oggetto tridimensionale possiede volume e va osservato da punti di vista diversi: il senso compiuto di una scultura per esempio si può cogliere solo girandogli attorno e percendone i diversi effetti visivi in base al punto di vista. La stessa cosa vale per l'architettura.
La rappresentazione dei volumi nello spazio è un elemento fondamentale soprattutto per gli artisti, tanto da arrivare a creare uno stile pittorico dove la vera essenza era la negazione della rappresentazione prospettica.
Apollo e Dafne di Bernini affiancata ad un'opera di Georges Braque

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