Il Visual merchandising è l'insieme di operazioni che collocano il prodotto all’interno del punto di vendita in sintonia con le scelte del format e che riguardano il sistema espositivo, l’ambientazione, l’illuminazione, la grafica (Wikipedia).
Vi siete mai imbattuti in quelle vetrine stupende, dove i prodotti sono un tutt'uno con le decorazioni, creando un ambiente magico e affascinante?
Quelli che un tempo chiamavamo vetrinisti, oggi si sono evoluti, ed hanno dato vita a quello che viene chiamato Visual Merchandising, l'arte di abbellire le vetrine e l'esposizione dei prodotti nel punto vendita.
Perché è questo che fa il Visual Merchandising: è in grado di ipnotizzare il cliente, rallegrarlo, fargli pensare “che
sarà mai spendere qualcosina in più?” e fargli tornare la voglia, una
volta uscito, di tornare al più presto.
Ma per scoprire esattamente di cosa si tratta, condivido con voi questo approfondimento di Gianfranco Giacoma Caire, storico esterno del settore, e pubblicato da studiostands.it
«Il visual merchandising riguarda l’esposizione della merce nel punto
vendita. Ma non finisce lì: è una serie di
fattori, di operazioni che vengono fatte nei negozi. Si parte
dall’esterno, dall’insegna e dalla vetrina. Le vetrine devono essere
allestite in maniera che catturino l’attenzione in pochi secondi, non
più di tre, e servono per far entrare il cliente in un punto vendita.
Sono lo specchio del negozio, dove va creata una rappresentazione
teatrale». Questo è però solo il primo tassello. C’è poi l’esposizione
sugli scaffali, che segue delle proprie regole, come il fatto che gli
shelf di diversa altezza hanno diverso valore. «Il visual merchandiser
sistema i prodotti nel punto vendita creando proposte. Il cliente spesso non sa cosa comprare. Per esempio, nella moda, se
si creano delle combinazioni di vestiti, sarà più facile che lo
scontrino sia più alto». A completare il novero di accorgimenti nel
punto vendita ci sono la temperatura, le luci, che non devono essere
piatte, e il colore. Nel complesso devono creare un ambiente e
raccontare una storia. «Ormai lo hanno capito anche negli ospedali –
continua Caire –. La teoria del colore ci dice che questo influisce
sulla psiche dell’uomo: racconta le cose, stimola l’organismo. Ora
l’abbiamo chiaro, ma negli anni Ottanta ricordo che ci fu il periodo del
minimalismo, con arredi asettici e freddi, che ricordavano delle sale
operatorie». «Il valore
del visual merchandising è che contempla spazi più allargati. Prevede il
posizionamento degli arredi, le percezioni sui diversi sensi: vedere,
sentire, odorare, toccare».
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