venerdì 5 settembre 2014

Tutti a parlare di VISUAL: ma che cos'è?

Parliamo di Visual.
Ma che cos'è? e di cosa esattamente parliamo quando lo nominiamo? Per quanto questo e altri blog sull'argomento si limitino a ruotare intorno al mondo pubblicitario o al marketing, parlare di visual significa porre l'attenzione su tutta una serie di linguaggi che si basano sulla capacità umana di vedere. Pittura, danza, lettura, cinema sono solo alcuni dei campi in cui il visual trova dimora.
Tuttavia, come già spiegato in questo articolo, le immagini osservate hanno un significato perché siamo a noi a darglielo mentre le guardiamo. E questo significato è in relazione alla nostra cultura e a ciò che pensiamo, tanto che mentre osserviamo noi abbiamo già delle idee in testa e il nostro sguardo "esperto" filtra le risposte in base a ciò che già conosce.

Bisogna quindi ricordare sempre che la comunicazione non è statica e che, soprattutto nel mondo della visualità, il messaggio può arrivare a destinazione con un margine di errore.
Oltre a questo, è importante notare anche quanto il visual si leghi al linguaggio: avete mai provato a vedere un film togliendo l'audio? La chiarezza di comprensione non potrà essere la stessa, e questo dimostra che il "vedere" non si limita al semplice guardare lo scorrere delle immagini. E invece avete mai provato a vedere un film d'azione eliminando solo le musiche in sottofondo? Sono sicura che la suspance andrebbe quasi a scomparire..
Ecco quindi che fare visual non è solo "creare un'immagine", ma è creare un messaggio attraverso un linguaggio visivo, sfruttando anche tutti quegli "strumenti" che solitamente la mente umana utilizza e che amplifichino il significato del messaggio stesso.
In questo fanno da insegnanti modelli come Chanel, Lacoste, Einaudi che sono riusciti a caricare il brand di valori aggiunti facendoli diventare archetipi psicologici.


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